Otoplastica

L'otoplastica è l’intervento di chirurgia plastica-estetica indicato per la correzione delle alterazioni strutturali del padiglione auricolare, congenite e non.

L’otoplastica è l’intervento di chirurgia plastica-estetica indicato per la correzione delle alterazioni strutturali del padiglione auricolare, congenite e non, in particolare le cosiddette “orecchie ad ansa o a sventola“; l’otoplastica si pone lo scopo di riportare le orecchie in una situazione morfologicamente non dissimile per forma e dimensioni a quelle cosiddette normali.

 La candidatura a questa operazione trova riscontro in tutti quei casi nei quali una malformazione dell’orecchio esterno presenta un aspetto fortemente antiestetico, tale da incidere sia nei soggetti giovani che adulti sulla loro psiche, creandogli inoltre sgradevoli problematiche nella vita scolastica, lavorativa e di relazione.

Le orecchie a sventola sono un’imperfezione strutturale del padiglione auricolare, caratterizzato da una eccessiva sporgenza delle orecchie stesse rispetto al cranio.

Il problema può essere legato a diverse alterazioni strutturali della cartilagine quali: l’ipertrofia della conca auricolare, la cavità presente nella parte media del padiglione, oppure il mancato o ridotto sviluppo della piega dell’anti-elice, ovvero la singolare piega a mezzano dell’orecchio.

Si tratta dunque di una alterazione della cartilagine auricolare che non altera tuttavia, le funzionalità dell’orecchio.

Per quanto concerne l’origine della dismorfia, studi accreditati hanno dimostrato che derivi, nella maggior parte dei casi, da questioni ereditarie, tanto che il feto svilupperebbe le orecchie a sventola già intorno al sesto mese di gravidanza, nell’utero materno.

Solo una ridotta percentuale di casi è riconducibile a fattori non ereditari.

In corso di prima visita, si valutano attentamente le problematiche soggettive fatte presenti dai pazienti e quelle realmente evidenziabili e in un colloquio costruttivo si prendono in considerazione la possibilità e i limiti, per poter esaudire quanto da loro desiderato.

Conclusa la consulenza, in cui si è stabilito il risultato da ottenere, il chirurgo fa firmare un consenso informato, scatta dei reperti fotografici e prescrive gli esami pre-operatori.

L’età ideale di riferimento per poter procedere alla programmazione dell’intervento di otoplastica è di 6 anni, periodo in cui lo sviluppo dell’orecchio è ormai giunto a completamento.

I vantaggi di sottoporsi all’otoplastica in tenera età sono sia per il chirurgo, che potrà operare su una superficie cartilaginea più malleabile e morbida, rispetto a quella caratteristica di un orecchio adulto, sia per il bambino, che non conoscerà ulteriori disagi estetici futuri e possibilità di essere oggetto di scherno.

L’intervento di otoplastica si esegue nella stragrande maggioranza dei casi in anestesia locale, associata eventualmente a sedazione; l’anestesia generale è richiesta per i piccoli pazienti.

Il chirurgo, dopo una programmazione personalizzata dell’intervento, in quanto la tecnica da adottare può essere diversa da paziente a paziente, praticherà un’ incisione cutanea nascosta nella regione retro-auricolare, per raggiungere il piano cartilagineo ed eseguire l’atto chirurgico programmato; una volta esposto il tessuto cartilagineo, verrà adeguatamente rimodellato in modo tale da conferire alle orecchie un aspetto naturale ed esteticamente piacevole.

A fine intervento si apporrà una medicazione elasto-compressiva a fascia o con tutore elastico.

La durata dell’intervento varia a seconda dei casi, mediamente intorno alle due ore.

Il ritorno a casa potrà avvenire il giorno stesso, in quanto si adotta il regime ambulatoriale o day-surgery.

Per quanto concerne le medicazioni, l’otoplastica prevede il ricorso ad una fasciatura compressiva che resterà in loco almeno per le 24 ore successive all’intervento.

In seguito, dopo la prima medicazione, il chirurgo provvederà a sostituirla con una fascia più sottile, simile a quella sportiva, necessaria per garantire una buona guarigione delle suture e proteggere la zona operata da possibili traumi.

L’utilizzo di questa nuova medicazione è obbligatoria per la prima settimana ed è da tenere in loco 24 ore su 24; per le 2 settimane a seguire, sarà possibile ridurre i tempi alle sole ore notturne.

Non bisogna trascurare l’importanza di queste medicazioni e queste fasi di guarigione.

Nella giornata seguente all’intervento, sarà prudente osservare il riposo in casa ed eventuali dolori potranno essere eliminati con l’assunzione di comuni antidolorifici.

La presenza di un lieve gonfiore o di una leggera dolenzia o un senso di tensione, in questo periodo sono da ritenersi normali, e peraltro possono sussistere per due o tre giorni.

Inoltre, dopo tre giorni verranno rimossi i punti di mantenimento transfissi e si potrà riprendere l’attività scolastica o lavorativa, nonché la vita sociale e di relazione.

Correggere l’aspetto delle orecchie significa agire sul suo padiglione esterno.

Per modificarlo esistono tecniche chirurgiche differenti che prevedono incisioni particolari.

Dinanzi a difetti come le orecchie “a sventola”, il taglio praticato è dietro il padiglione auricolare, entro la piega naturale dell’orecchio.

Le cicatrici quindi non risulteranno visibili, ma nascoste dietro le orecchie e in corrispondenza con le pieghe retro-auricolari.

Di conseguenza, anche con i capelli legati o corti, accorgersi delle loro presenza sarà improbabile.

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Giuseppe Bruno
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